Cenni sulla specie

L'inseparabile del Madagascar fu descritto e classificato come Agapornis canus da Johann Friedrich Gmelin nel 1788, anche se una descrizione di questo pappagallo apparve già nel primo volume dell'opera Ornithologia del 1760 curata da Mathurin-Jacques Brisson. Nel 1918 Outram Bangs descrisse la sottospecie canus ablectanea, ad oggi considerata valida.

I primi Inseparabili del Madagascar arrivarono in Europa, allo zoo di Londra, intorno al 1860 e nel 1872 il dottor Karl Russ ottenne la prima riproduzione in cattività. Negli anni immediatamente successivi vi fu una massiccia importazione, tanto che divenne un uccello abbastanza comune nei negozi di animali europei.

L'Agapornis canus, una delle tre specie - insieme all'A. pullarius e all'A. taranta - in cui è presente un evidente dismorfismo sessuale, è l'unica specie tra gli inseparabili che vive al di fuori dell'Africa continentale. Predilige le zone aperte e quelle costiere ai margini dei boschi, nonostante la sua presenza sia stata segnalata anche nel fitto delle foreste malgasce. Alcune colonie sono state introdotte negli arcipelaghi limitrofi il Madagascar tra i quali Mascarene e Zanzibar. A causa delle massicce importazioni e, non ultimo, per le significative modificazioni ambientali prodotte dall'uomo negli ultimi 30 anni, si stima una presenza sul teritorio del 30% rispetto alla situazione originaria.

L'aspetto di questo pappagallino lascia immediatamente individuare il sesso. Il maschio ha un piumaggio prevalentemente verde con un evidente grigio che va dal capo fino al petto, l'addome e il sotto coda con sfumature giallastre; la femmina è come il maschio ma priva del grigio della testa che è sostituito dal verde. Entrambi hanno l'iride marrone, il becco chiaro e le zampe grigie. Nella sottospecie A. canus ablectaneus è presente una minore quantità di giallo e i riflessi del verde spiccano verso il blu; nel maschio, il grigio della testa assume riflessi viola.

L'allevamento di questa specie richiede particolari cure, sicuramente maggiori rispetto ai più comuni Agapornis. Innanzi tutto va considerato che l'A. canus è una specie che ha uno spiccato istinto a nascondersi perché molto timoroso. Produce un cinguettio piacevole e i maschi, soprattutto nel periodo riproduttivo, emettono dei suoni vibrati simili all'A. taranta. In natura, costruisce il nido in alberi cavi nei quali la femmina trasporta, sistemandole tra il piumaggio, striscioline di foglie, corteccia e bucce di semi. Dopo aver sistemato una trentina di elementi vola al nido ma molti di questi sono persi lungo il tragitto. Di solito depone 3 o 4 uova, raramente fino a 6 che vengono covate per 21 giorni circa.

In cattività necessita di una collocazione tranquilla con scarsi elementi di disturbo. Anche durante la cova è bene limitare le ispezioni soprattutto per evitare il danneggiamento delle uova da parte della femmina che tende ad atteggiamenti aggressivi verso l'intruso. È bene lasciare a disposizione materiale di riempimento del nido come lauroceraso, aghi di pino, rododendro e sottili cortecce. Molte femmine, specialmente le giovani, non hanno l'istinto a trasportare materiale per cui è consigliabile inserire direttamente foglie che sminuzzerà all'interno del nido.

Durante il corteggiamento il maschio produce un canto continuo e si avvicina costantemente alla femmina che, se accetta il maschio, apre la coda e si sfrega le ali. Le uova vengono incubate esclusivamente dalla femmina che passa molto tempo nel nido tanto che alcuni allevatori consigliano di fornire la coppia di un ulteriore nido ad uso del maschio. I giovani, alimentati anche dal maschio, sono indipendenti a circa tre settimane, ma tendono a tornare nel nido. Spesso vengono cacciati con decisione soprattutto se è in corso una seconda deposizione.

In natura l'A. canus si nutre di semi, erbe prative e soprattutto lo si avvista nelle piantagioni di riso dopo i raccolti. In cattività, sotto questo aspetto, è sicuramente l'Agapornis più problematico. I cibi accettati sono pochissimi ed è molto facile che intervengano squilibri causati dall'alimentazione. Raramente si riesce ad abituarli a verdura e frutta con conseguente carenza di assimilazione di vitamine e sali minerali.

Non sono state registrate ad oggi mutazioni della specie. Unico caso, ma sembra trattarsi di una modificazione piuttosto che di una mutazione come descritto da Louw Van der Linden, ha riguardato un maschio che successivamente alla muta ha acquisito una colorazione con tendenza al giallo.

-PREVISIONI  METEO-
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