LA RIPRODUZIONE DELL'AGAPORNIS PULLARIA PUO', TUTTO SOMMATO, DEFINIRSI FACILE

di Luciano Socci

 

Passati 11 anni dalla prima riproduzione dell'A. pullarius in Italia, era il 18 ottobre del 1999, posso affermare che questo Agapornis è di facile riproduzione, anche se ciò non sta a significare che il numero di soggetti riprodotti nell'anno da una singola coppia sia elevato.

E' noto infatti che questi graziosi Agapornis portano a termine una sola covata l'anno, raramente due.

Vengono deposte 4 o 5 uova e l'incubazione ha inizio poche ore prima della 2° deposizione. I primi due pullus nascono infatti a poche ore di distanza l'uno dall'altro, dopo 23 giorni di cova effettiva o, se si preferisce, dopo 25 giorni dalla deposizione del 1° uovo.

Alla nascita i piccoli presentano piumino bianco, le unghie appaiono scureesattamente come nei pullus di A. tarana e di A. canus.

I miei agapornis sono alimentati 

con un misto composto da: 50% di miscela per Agapornis, 30% di miscela per canarini e per il restante 20% di misto per spinus. Inoltre vengono messi a loro disposizione savoiardi, spighe di panico, fichi secchi, cicorione, una presina al giorno di semi di foniopaddy (il misto di semi per spinus e il poniopaddy sono graditissimi anche dagli A. taranta e canus), pannocchie di mais allo stato lattiginoso, in inverno grandi quantità di bacche di piracanta.

La mela non deve MAI mancare, così come il grit, osso di seppia e argilla per completare la dieta.

I piccoli così alimentati crescono rapidamente e vengono anellati a 8 -10 giorni di vita con anellino FOI del diametro di 4,2 mm.

Le nascite vanno denunciate entro 10 giorni all'ufficio CITES di zona.

Riprese del mio allevamento realizzate da A. Misantone

Sezione del nido visto dall'alto
Sezione del nido visto dall'alto

Il nido, delle dimensioni di L 30, P 23, H 18 con foro d'ingresso di 4 cm, provvedo a riempirlo con delle tavolette di sughero. La femmina impiega circa due giorni per scavare il tunnel che termina con la camera di incubazione.

Il percorso della femmina, per le mie molteplici esperienze, è sempre il medesimo come rappresentato nell'immagine.

È consigliabile praticare dei fori su tutte le pareti del nido per favorire al massimo la circolazione dell'aria; in caso contrario il forte contrasto tra la aria molto calda presente nel nido, soprattutto quando questo è abitato dalla coppia e da tre o quattro i piccoli, e l’aria fredda dell'esterno genera una forte umidità: apripista per pericolose muffe. Nello caso specifico i miei Agapornis (pullarius, canus, taranta, lilanae), Forpus xanthops e Spinus (Cardinalini del Venezuela) vivono da sempre all'aperto.

Il nido rimane sempre a loro disposizione e viene utilizzato, al di fuori del periodo riproduttivo, per il pernottamento.

È possibile riconoscere il sesso dei nidiacei intorno al primo mese di vita: il maschio ha il sottoala nero, mentre quello della femmina tende alla grigio-verde.

La femmina abbandona il nido quando i piccoli hanno circa 10 giorni che rimangono ben protetti grazie all'isolamento del sughero e, difatti, dei 37 nati dall'inizio ad agosto 2010, nessuno ha mai manifestato alcun problema.

I piccoli abbandonano il nido intorno ai 40-45 giorni di vita e dopo altri 10 si possono ritenere autosufficienti, ma non è necessario separarli dei loro genitori. La prima muta avviene intorno ai quattro mesi di vita.

I soggetti nati in cattività risultano essere tranquillissimi e nel periodo degli amori (11-12 mesi) non mancano di accoppiarsi, addirittura, in mia presenza durante le cure giornaliere di cui necessitano.

L'accoppiamento ha una durata di 6-8 minuti e può avvenire in qualsiasi ora del giorno. Ho avuto modo di osservare a distanza ravvicinata copule nelle prime ore del mattino, nelle ore centrali del giorno e anche al tramonto.

In passato alcune femmine hanno avuto difficoltà nella deposizione, sempre al 3° uovo. Su consiglio dell'amico veterinario, dottor Fabio Pelicella, circa un mese prima della deposizione somministro per 3-4 giorni del calcio gluconato in ragione di una fiala per 2 l di acqua. Con questo suggerimento il problema non si è più manifestato.

I tempi mi vengono suggeriti dal variare del comportamento della coppia: la femmine inizia a strappare piccoli pezzi di verdura che, dopo averli infilati tra le piume di tutto il corpo, trasporta nel nido; un altro comportamento caratteristico è dato sempre dalla femmina che inizia a leccare le sbarre. Tutte le femmine adottano questi atteggiamenti.

Il maschio mette in atto un magnifico corteggiamento presentandosi con la coda completamente aperta a ventaglio, le penne del capo erette, un frullio di ali accompagnato da un verso affatto fastidioso, direi musica per le mie orecchie.

Durante la fase di grooming il frullio delle ali e ancora più frenetico e si assiste al passaggio del cibo dal maschio alla femmina.

Quando Paolo Bertagnolio nel suo libro "Pappagalli da gabbia e da voliera" Ed. Encia del 1971 scrive: "... è un classico esemplare da esposizione. Ha infatti movimenti lenti e composti ed un piumaggio sempre in ordine" ne fa un ritratto perfetto.

Dirk Van Den Abele nel suo libro "Lovebirds" lamenta una scarsa presenza di questo Agapornis nelle mostre espositive. Non può essere altrimenti considerando che l’A. pullarius e ancora scarso in cattività.

Nonostante tutto vorrei ricordare che ho presentato questa specie in diverse mostre:

 - 1 soggetto nel lontano 1986 durante l'Internazionale di Roma fuori concorso

 - 2 soggetti nel 2004 alla mostra ARO di Roma

 - 3 soggetti nel 2005 alla mostra GOR di Roma

 - 3 soggetti nel 2005 alla mostra di Faenza, amichevolmente invitato dal signor Prandini.

E se il primo stamm è stato presentato dal signor Boussu al mondiale di Charlerois, il secondo è stato presentato da me nel 2006 alla mostra internazionale di Reggio Emilia dove i miei soggetti hanno tenuto un più che lusinghiero punteggio (376 punti).  Successivamente ho presentato un soggetto al Campionato italiano di Parma nel 2010 e l'anno successivo un soggetto ha vinto il "Best in show" a Frosinone.

Ai giovani allevatori che mi chiedono il segreto per ottenere la riproduzione di questo magnifico pappagallino, rispondo che per ottenere buoni risultati è necessaria un'attenta e costante (in ogni stagione) osservazione del comportamento degli animali per capire quali siano le loro esigenze alimentari e le esigenze legate all'ambiente.

Accoppiamento A. pullarius
Accoppiamento A. pullarius

Ad esempio i miei A. pullarius non si sono mai riprodotti quando avevano a disposizione i nidi classici, mentre con i nidi riempiti di tavole di sughero si sono trovati evidentemente a loro agio.

Sempre ai giovani allevatori ricordo che i nostri Agapornis hanno, per così dire, un motore con raffreddamento ad aria e dunque mal sopportano le alte temperature; consiglio quindi di prestare la massima attenzione nelle giornate più calde con temperature vicine o superiori ai 40°C (al sole è più che possibile) dove può venire a mancare un sufficiente scambio di calore corpo-ambiente esterno. In questi casi il "motore" dei nostri beniamini può entrare in grave crisi. Le basse temperature, anche diversi gradi sotto zero, non sembrano influire sulla salute dei nostri pappagalli. A tale proposito come non ricordare che i Myopsitta monachus o gli Psittacula krameri hanno colonizzato paesi dal clima non proprio mediterraneo come ad esempio la Scozia?

Per concludere ricordo sempre giovani allevatori che la zona allevamento non è un luogo sacro dove deve prevalere il silenzio. Nel mio allevamento, felicemente allestito su un balcone, costruisco nidi usando martello, sega, trapano ecc. ecc. Insomma mi comporto senza mettere in atto nessuna precauzione, nemmeno quando le femmine sono intente alla cova o hanno già i piccoli. Così abituati non si spaventano mai, nemmeno per i festeggiamenti con tanto di botti di fine anno.

 

NASCITE DI AGAPORNIS PULLARIUS REALIZZATE

 

ANNO

NASCITE

MASCHI

FEMMINE

MESE

1999

1

1

0

Ottobre

2000

4

2

2

Fine agosto

2001

3

2

1

Ottobre

2002

3

2

1

Ottobre

2003

2

0

2

Novembre

2004

2

2

0

Novembre

2005

5

4

1

Novembre

2006

4

3

1

Ottobre

2007

3

2

1

Febbraio

2008

6

4

2

Novembre

2009

4

1

3

Dicembre

2010

6

3

3

Dicembre

 

43

26

17

 

   

Mutazioni. L'unica foto che mostra un esemplare maschio lutino, eccezionale, del Signor Coelho (portoghese), compare sul libro " Levebirds and related parrots” di Gorge A. Smith, 1979 Ed. THF. Questo soggetto non si è mai riprodotto e da molti anni la mutazione viene considerata estinta in cattività.

 

-PREVISIONI  METEO-
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